Franci non vuol proprio saperne di dormire in camera sua, detta anche soppalco, stanza degli ospiti o stanza del ghiro; nonché, da qualche mese, camera di Malphas. Ha paura del buio, che porta con sé tutto un campionario di mostri e figure orrorifiche che lo scoraggiano da restare solo lassù.
Ultimamente però Francesco fa resoconti inquietanti dei suoi “incontri”, nella casa e nel bosco (ma lui nel bosco da solo quando ci va?). Una delle figure più ricorrenti è un suo “amico”, un bimbo verde che beve birra rossa e birra gialla, ridendo sguaiatamente. Che sia lo spirito di qualche Rosso Malpelo che strisciava nei cunicoli della miniera di grafite?
D’altronde il bimbo verde, che Franci incontrerebbe nel bosco, non è l’unica figura che popola le sue fantasticherie: c’è anche un enorme maiale che lo fissa con le zampe sugli occhi. Più lui poi aggiunge particolari che ci fanno rabbrividire, più rinunciamo all’idea di forzarlo a salire in camera sua a dormire; a volte Franci ci intima: “guarda!”, indicando i mostri che ci fissano sornioni nel buio oltre le finestre. Mentre noi, coi brividi e i peli rizzati, lo stringiamo forte e lo consoliamo, Francesco sogghigna con un triplice cachinno.
Tanto tempo è passato, nulla è scorso
da quando ti cantavo al telefono ‘tu
che fai l’addormentata’ col triplice cachinno.E. Montale, L’Arno a Rovezzano