When the music’s over
Turn out the lights
Il meteo aveva predetto neve, tempesta, pioggia fino alla fine di marzo. Lo guardiamo ancora il meteo, anche se lo temiamo meno.
Non ha più nevicato, né piovuto. Oddio, nel pomeriggio il temporale ci ha sfiorato, ma niente di più. Così oggi Franci ha potuto giocare fuori, a fare le bolle e programmare i lavori futuri del giardino.
Qualcuno potrebbe pensare che sia una cosa banale, un bambino che gioca in giardino. Ma non lo è; è il segnale che la nostra missione, per quest’anno, è compiuta.
The winner takes it all
Nothing more to say
No more ace to play
Tempo, voglia, idee. Ho imparato che per scrivere giornalmente sul blog serve un mix di queste tre componenti. Il tempo si trova, la voglia c’è sempre, le idee sono l’aspetto più importante.
Raccontare la primavera e l’estate non avrà lo stesso sapore dell’inverno. Era una sfida. Non solo affrontare questi mesi, quassù. Anche raccontarli, per uno incostante e volubile come me.
C’è aria di sbaraccamento in questo post. Anche nel bosco è così. Gli amici dell’inverno salgono verso la montagna più alta.
Vita a Lou Don non finisce qui. Ma quei pochi ma fedeli lettori che ci hanno seguito in questo racconto invernale troveranno forse meno vita quotidiana nei prossimi post.
Lettori miei, era opinione del reverendo Lorenzo Sterne, parroco in Inghilterra, che un sorriso possa aggiungere un filo alla trama brevissima della vita, ma pare che egli inoltre sapesse che ogni lacrima insegna a’ mortali una verità.
Ugo Niccolò Foscolo