Si aspetta un giorno, un inverno, una vita. Piccoli Giovanni Drogo che osservano l’orizzonte fatto di montagne, alberi stroncati dal freddo e strade spugnose. La neve commuta i tratti della frontiera. Si scruta e si aspetta.
La fortezza Bastiani sembra addormentata, ma dentro brulica di lavori e preparativi, come certi formicai che sembrano abbandonati, ma celano centinaia di insetti intenti alle loro attività. Si accumula, si fa scorta, si preparano riserve. La fortezza Bastiani è pronta.
Noia, orrore, scorbuto, monotonia. I piccoli Drogo si abituano a tutto.
Poi arriva la guerra; una lunga fila di soldati dall’altra parte della montagna. Hanno quattro zampe e due piccole corna in testa. Se li vedi sul crinale, significa che sono allo stremo e quindi pronti a tutto: preannunciano ghiaccio.
Strada ghiacciata, acqua ghiacciata; perfino la fatica è ghiacciata.
La guerra si può perdere. Ma si deve imparare ad accettarlo. Superare la paura di perdere e ridiventare piccoli, è tutto qui.
