C’è una linea ferroviaria che ha il nome suggestivo di “treno della fine del mondo”: è una tratta – oggi turistica – di 8 km a Ovest di Ushuaia, la città argentina più a Sud del globo (da qui il nome evocativo della ferrovia).

Un tempo desideravo andare a vivere a Buenos Aires, in Patagonia o nella Terra del Fuoco; il fato ha voluto che finissi non in Argentina (ma c’è ancora tempo), bensì, più umilmente, in un paesino vicino a Perosa Argentina (ringrazio Fabio che mi ha fatto notare questo scherzo del destino), ma quella terra mantiene un fascino particolare su di me. Così mi capita a volte di immaginarmi su quel treno a vapore che arranca nel paesaggio brullo e innevato, frantumando il ghiaccio depositato sui binari.
Di queste fantasticherie ne ho a bizzeffe quando salgo la rotabile che conduce a Lou Donn. Da Vivian alla nostra borgata sono poche centinaia di metri, ma tutti sudatissimi: gli ultimi due tornanti li affronti in prima, tenendo d’occhio i sassi che a volte precipitano dalla cresta montuosa, le foglie che si concentrano volutamente sulle curve, proprio là dove la macchina fa più fatica a svoltare, il bosco – perché non si sa mai che un capriolo impazzito decida di attraversa la stradina a tutta raffica usando la capote del mezzo come trampolino per dimostrare la sua elasticità; e poi devi tenere il finestrino leggermente abbassato – la fatica del motore che gracchia copre troppo gli altri rumori -perché ti devi sforzare di cogliere l’eventuale discesa di un altro mezzo: la strada è stretta e se ci si incrocia uno dei due deve farsi un po’ di retromarcia e cercare un anfratto nella vegetazione per lasciar passare cavallerescamente l’altro e sperare poi di poter uscire dalla nicchia scivolosa del bosco in cui ha cacciato la macchina.
Due minuti e dieci secondi. Fai prima a salirla in macchina la strada che da Vivian porta a Lou Donn che a leggere la mia descrizione. Ma tu, se verrai quando ci sarà la neve oppure il vapore perlaceo che ricopre la montagna all’imbrunire, a metà percorso abbassa il finestrino e chiudi gli occhi. E in meno di due minuti e dieci secondi sarai a Ushuaia, grazie alla strada della fine del mondo.
Avvertenza: una volta io ed Elena abbiamo provato a fare il gioco di chiudere gli occhi mentre salivamo per ritrovarci alla fine del mondo. E per poco non vedevamo davvero la fine del mondo: la stradina aveva la sua bella lastra di ghiaccio e poco ci mancava che finissimo giù dal crinale (i giovani castagni magari non danno castagne, ma ti salvano la macchina e la vita). Risultato: 100 euro di carroattrezzi, che comunque non ha potuto salire con il mezzo opportuno viste le strettoie, tanto che la macchina è stata trainata fuori dal fondo ghiacciato dal trattore del vicino di borgata Vivian.
Si consiglia di fare il giochino esclusivamente quando si sale come passeggero.
Carino il giochino di chiudere gli occhi! Ma veramente siete usciti fuori strada?
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Ciao! Sì, davvero… in realtà perché ci siamo trovati una lastra di ghiaccio ma ero convinto di riuscire a salire perché era solo un paio di metri quadrati… E invece la macchina è slittata fuori
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accidenti…
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Siamo stati avventati
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