Prendete un insegnante di provincia e la sua compagna zoonoma. Prendete il loro figlio, nato bresciano bassaiolo, ma destinato suo malgrado a crescere valligiano piemontese. Considerate l’irrequietudine, l’apatia e una certa dose di asocialità. Poi prendete una borgata semiabbandonata tra i monti della Val Chisone, una casa del XVIII secolo (qui casa sta per ex fienile, non per signorile abitazione storica), una miniera abbandonata ed una strada scalcinata. Lasciate tutto in ammollo per qualche mese, il tempo necessario per rimuovere quelle macchie di dubbio su una scelta istintiva quanto folle.
Poi fate partire la lavatrice.
Fatelo voi, perché a noi la lavatrice non si avvia, perché la nostra acqua scende dal ruscello, è calcarea e sabbiosa e probabilmente non ha neppure la giusta pressione.
Vi seguo. Avete fatto una scelta coraggiosa e vi ammiro. Io sono nata in montagna. Fino all’eta’ di 16/17 anni sono tornata in vacanza nella vecchia casa della nonna, nonostante mio padre avesse nel frattempo aggiustato una casa in paese. Nonostante siano passati ormai tanti anni i ricordi di quelle estati sono sempre vivi. Presenti. Abbiamo un piccolo appartamento a Pragelato. Per fortuna non in un palazzo. Non e’ comunque la stessa cosa. Ciao
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Ciao! Grazie dell’incoraggiamento. Tu che hai vissuto in montagna più di noi puoi senz’altro capire la nostra scelta 🙂 A presto!
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